martedì 19 febbraio 2013

Noè Filigrana


Gli avevano affidato quel nome così per scherzo e, da allora, tutti lo chiamarono Noè Filigrana.
Era nato a Milano, in un quartiere un pò malfamato, dalle parti di Porta Ticinese, da genitori migrati dal Sud.
Crescendo imparò la vita dura della strada, diventando un teppista sempre pronto ai furti e alle risse, con la conseguenza di finire in riformatorio, dove apprese a disegnare sviluppando la sua vera indole, l’arte grafica.
Quando finalmente uscì dal carcere, era ormai un adulto con la volontà di approfittare di quanto aveva appreso per vantaggi più lucrosi senza ritornare alle scorrerie trascorse.
Iniziò a lavorare come principiante in una stamperia tipografica per etichette di alimentari, acquisendo col tempo, l’esperienza di stampatore. Con i risparmi, intanto, si stava attrezzando di quanto gli occorreva per essere indipendente, fino ad avere un piccolo laboratorio situato in un posto non troppo accessibile che gli avrebbe permesso la realizzazione del suo sogno.
Finchè un giorno spese, su un mercatino rionale, la sua prima banconota falsa, ricevendo la merce senza chi il venditore si accorgesse della truffa.
Notando la facilità del risultato, Noè, ormai immerso nella sua illecita fantasia, pensava che questa era soltanto una prova , l’inizio di un’attività che lo avrebbe reso ricco, inserendolo in un mondo che ancora non lo aveva accettato.
Il futuro gli fù benigno, finchè raggiunse senza grandi intoppi un piccolo benessere, mentre la sua attività si era ingrandita, “assumendo” alcuni dei suoi ex amici di riformatorio che lo aiutavano a riciclare il denaro falso.
Poi un giorno rivide Teresa, il primo amore dal tempo della scuola, ora diventata una donna incantevole, che riconobbe all’istante nonostante il cambiamento, accorgendosi che anche lei gradiva quell’incontro.
Passeggiarono incuranti del rumoroso traffico, che non li disturbava, perchè era come se fossero su un’isola deserta, sommersi dai loro discorsi colmi di ricordi, mentre si stava ravvivando un fuoco mai spento.
Ormai il sole si era celato e la notte aveva aperto il suo manto scuro colmo di tremanti stelle, che faceva da soffitto al parco, dove due amanti si perdevano nei sentieri della passione.
Prima di lasciarsi, Teresa gli chiese:
<< Ti ricordi che avevi promesso di portarmi a vedere il mare? Io non l’ho ancora visto perchè ho aspettato di vederlo con te >>.
E Noè le rispose:
<< Nemmeno io l’ho visto! Domenica ti prometto che ci andremo >>.
Ma il giorno dopo, forse per una “soffiata”, la polizia lo colse in flagrante mentre consegnava delle banconote contraffatte al “Negher”, uno spacciatore molto noto alle forze dell’ordine.
Noè riuscì a fuggire ma, inseguito sulla Ripa, cadde per un fatale errore nel Naviglio dove, non sapendo nuotare, annegò miseramente.
Ma ci fù qualcuno presente al fatto, che sostiene di aver sentito Noè Filigrana urlare mentre cadeva in acqua:
<< Teresa ti aspetto al mare >>.

Breve racconto dalla raccolta: L'uomo che guardava le nuvole

lunedì 4 febbraio 2013

Relitti dell'indugio


Ogni rosea aurora
è l'albore del futuro
il risveglio della speme
la luce d'ardimento
per poter superare
il muro dell'attesa.

Ma relitti dell'indugio
affidati alla risacca
dell'ineluttabile sorte
inerti aspettiamo l'occaso
mentre trionfa il male
sull'olocausto del giusto.